LT003 – Un semplice ma utile provatransistor portatile

Quante volte sarà capitato di andare ai mercatini durante le varie fiere dell’ elettronica? Quante volte si trovano venditori che svendono componenti elettronici a volte difficili a trovare o comunque reperibili sul mercato ma a prezzi superiori?

Succede spesso di trovare transistor di potenza ormai storici come i 2N3055 ancora freschi dell’ imballo originale, oppure sfilze di darlington dai molteplici usi tipo BDX53, BDX54, BDW93, BDW94, TIP110, TIP115, TIP120 e TIP125 pieni di polvere di magazzino ma nuovi come usciti di fabbrica o i più semplici multiuso come i 2N1711, 2N2222, BC108, BC109, BC177 o sfilze di diodi ancora imballati in bustine a prezzi irrisori.
Il problema è che a occhio non sempre è possibile stabilire se sono validi oppure no, non si tratta di sapere se sono funzionanti o bruciati, ma piuttosto di capire le loro caratteristiche, tempo fa era facile trovare dei 2N3055 a 500 lire quando il loro costo al pubblico era di 2000 lire, il motivo era presto detto:
qualcuno li montò in circuito al posto del 2N3055 originale e con amara sorpresa si scoprì che il circuito non funzionava o funzionava male proprio a causa della pessima qualità del 2N3055 acquistato sottocosto il cui guadagno in corrente β inferiore a 10, quando secondo i data sheet deve essere compreso tra 15 e 60 (tipico 40), questo significa che per avere 1 A di collettore occorrono almeno 25mA di base, mentre nel caso del 2N3055 “taroccato” ne servivano almeno 100mA.
Alcuni (nel caso peggiore) risultavano addirittura inefficienti da nuovi, praticamente inutilizzabili, tanti di questi componenti venivano dati gratuitamente alle scuole.

Proprio da li che partì l’ idea di un provatransistor semplice e tascabile, alimentato da una pila a 9V (anni fa non esistevano multimetri low cost dotati di provatransistor, ma anche quelli attuali funzionano solo per transistor di piccole dimensioni, non per quelli in TO3 o per UHF).
Oggi grazie alle pile 12V per radiocomandi è possibile ridurre ulteriormente le dimensioni come quello che oggi vi proponiamo.

Schema elettrico:

Si tratta di un semplice oscillatore CMOS a onda quadra con due uscite bufferate, quanto basta avere la giusta corrente per pilotare i led.
Naturalmente è possibile chiudendo un contatto, aumentare la corrente di base per testare quei transistor a basso β.
Tutto è contenuto all’ interno di U1 (un normalissimo HCF4049 UBP o simili in grado di dare in uscita almeno 10mA per porta) se durante il test si accende il led rosso, il transistor è un PNP, se invece si accende il led verde (o blu) il transistor è NPN, naturalmente la base deve essere collegata per ultima, se per caso si vedesse accendere un led prima di collegare la base, significa che la giunzione BASE-COLLETTORE è in perdita, se invece si accendessero entrambi i led il transistor è in cortocircuito.

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Esistono tuttavia dei transistor al cui interno è presente un diodo in antiparallelo che serve a proteggere la giunzione da correnti inverse.
Questa soluzione un tempo era molto usata nei controller per motori bifasi e nei gruppi AT per tubi catodici, quindi non c’ è da spaventarsi se collegando per esempio i terminali C e E di un transistor tipo BU406 vedremmo accendere il led rosso per poi vedere il verde collegando la base.

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Elenco componenti LT003

R1 = 390KΩ 0,25W C1 = 2,2nF 25V ceramico
R2 = 15KΩ 0,25W C2 = 100nF 25V ceramico
R3 = 39KΩ 0,25W U1 = integrato CMOS tipo CD 4049 UB o HCF4049UB
R4 = 8,2KΩ 0,25W DL1 = diodo led rosso alta luminosità
R5 = 1,2KΩ 0,25W DL2 = diodo led verde o blu alta luminosità

Per la realizzazione abbiamo disegnato questo semplice circuito stampato, ma vista la semplicità del circuito, è facile anche montarlo su una millefiori:

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Viste le ridotte dimensioni, il tutto può essere contenuto in un contenitore plastico tipo PP4 o PP6, mentre per collegare i cavetti sonda dotati di coccodrilli, o si usano miniprese per strumenti (del tipo usato sui vecchi tester ICE) oppure la soluzione migliore è il classico jack stereo da 3,5mm o la presa DIN 5 poli.
Chi volesse saldare direttamente i cavetti sonda, può farlo, ma poi potrebbe correre il rischio di strapparli accidentalmente.
Consigliamo inoltre di usare cavetti di 3 colori diversi per diversificare tra di loro BASE, COLLETTORE e EMETTITORE.

 

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