SA001 – Amplificatore con transistor al germanio

“C’ era una volta in un paese lontano lontano……” potremmo iniziare così, certo perché quello di cui stiamo per parlarvi risale alla notte dei tempi.

Fino alla fine degli anno quaranta del secolo scorso, sembrava non potessero esistere componenti attivi che non fossero valvole (o comunque tubi a gas) basti solo pensare alle insegne al neon molto famose negli USA fin dagli anni 30, per passare poi dal diodo di Flemming dal triodo di De Forest al tetrodo e infine al pentodo, per arrivare ai diodi GUN per micro onde come quelli usati da Marconi per i suoi esperimenti.

Dalle grosse valvole degli anni 30 alle più piccole con zoccolatura “noval” per arrivare alle sub miniatura e infine al “nuvistor” capace di funzionare con tensioni basse, la cui carriera fu molto breve in quanto soppiantato dai transistor.

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Transistor proprio lui, quell’ “accrocchio” formato da un cristallo di germanio drogato con indio, arsenico, fosforo e in alcuni casi oro.

Per molto tempo si usava la galena come semiconduttore (nei ricevitori primordiali) poi all’ improvviso nei laboratori Bell Electronics diedero la notizia di avere inventato il transistor, (guarda a caso gli stessi incaricati di esaminare alcune parti del relitto di Rosvell del 1947).

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Da allora ci furono dei rapidi sviluppi (troppo per l’ epoca) fino al 1955, quando la Motorola mise in commercio la radio portatile “ALIVE55” interamente a transistor.

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Ben presto questi nuovi e rivoluzionari componenti si diffusero anche in Europa (in particolare in Germania) mentre nel nostro paese, radio e televisori a valvole andavano per la maggiore fino al 1972.

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A differenza delle valvole, i transistor al germanio lavoravano con tensioni basse (la maggior parte delle radio portatili funzionava a 6 o 9V) quindi anche sulle auto si potevano installare ricevitori AM, FM e lettori STEREO 8 alimentati direttamente dalla rete di bordo di 12V senza l’ uso di survoltori per l’ anodica, in più il transistor non aveva quel problema legato all’ usura e esaurimento tipica delle valvole che col tempo iniziavano a lavorare sempre meno, aumentava la resistenza interna e il tempo di accensione per via dell’ esaurimento del catodo e dell’ avvelenamento dell’ anodo (per via dei depositi degli ioni di bario e di stronzio provenienti dal catodo stesso).

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Negli anni 60 ci fu una grandissima diffusione di radio portatili, giradischi, registratori a bobine e a cassette e naturalmente fonovaligie dove spesso le stesse casse formavano anche il coperchio del giradischi stesso, che terminato l’ uso si richiudeva il tutto e si riponeva in un angolo.

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Proprio da uno di questi apparecchi proviene lo schema dell’ amplificatore qui sotto raffigurato, si tratta di uno stereo da 2 + 2W su 8Ω che per le esigenze di allora bastavano anche se adesso sembrerebbero troppo pochi, naturalmente i finali reggevano correnti superiori, quindi usando altoparlanti da 4Ω, la potenza diventava di 4 + 4W.

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R1 = 220KΩ doppio potenziometro lineare

R2 = 470KΩ doppio potenziometro logaritmico

R3 = 220KΩ doppio potenziometro logaritmico con presa a 50K per loudness

R4 = 15KΩ 0,25W

R5 = 15KΩ 0,25W

R6 = 47KΩ 0,25W

R7 = 47KΩ 0,25W

R8 = 15KΩ 0,25W

R9 = 15KΩ 0,25W

R10 = 10KΩ 0,25W

R11 = 10KΩ 0,25W

R12 = 5,6KΩ 0,25W

R13 = 5,6KΩ 0,25W

R14 = 22KΩ 0,25W

R15 = 22KΩ 0,25W

R16 = 1KΩ 0,25W

R17 = 1KΩ 0,25W

R18 = 3,9KΩ 0,25W

R19 = 3,9KΩ 0,25W

R20 = 39Ω 0,25W

R21 = 39Ω 0,25W

R22 = 1,5KΩ 0,25W

R23 = 1,5KΩ 0,25W

R24 = 39Ω 0,25W

R25 = 39Ω 0,25W

R26 = 470Ω trimmer

R27 = 470Ω trimmer

R28 = 150Ω 0,25W

R29 = 150Ω 0,25W

R30 = 150Ω 0,25W

R31 = 150Ω 0,25W

R32 = 130Ω NTC

R33 = 130Ω NTC

R34 = 330Ω 0,25W

R35 = 330Ω 0,25W

R36 = 270Ω 0,25W

R37 = 270Ω 0,25W

R38 = 1Ω 1W

R39 = 1Ω 1W

R40 = 1Ω 1W

R41 = 1Ω 1W

R42 = 10Ω 1W

R43 = 10Ω 1W

C1 = 4,7nF 50V poliestere

C2 = 4,7nF 50V poliestere

C3 = 330pF 25V ceramico

C4 = 330pF 25V ceramico

C5 = 10nF 50V poliestere

C6 = 10nF 50V poliestere

C7 = 68nF 50V poliestere

C8 = 68nF 50V poliestere

C9 = 470uF 16V elettrolitico

C10 = 470uF 16V elettrolitico

C11 = 220uF 16V elettrolitico

C12 = 220uF 16V elettrolitico

C13 = 1,5nF 50V poliestere

C14 = 1,5nF 50V poliestere

C15 = 1nF 50V poliestere

C16 = 1nF 50V poliestere

C17 = 470uF 16V elettrolitico

C18 = 470uF 16V elettrolitico

C19 = 100uF 16V elettrolitico

C20 = 100uF 16V elettrolitico

C21 = 1uF 50V elettrolitico

C22 = 1uF 50V elettrolitico

C23 = 470uF 16V elettrolitico

C24 = 470uF 16V elettrolitico

C25 = 1000uF 25V elettrolitico

C26 = 1000uF 25V elettrolitico

Q1 = transistor NPN tipo BC549

Q2 = transistor NPN tipo BC549

Q3 = transistor PNP tipo AC188

Q4 = transistor PNP tipo AC188

Q5 = transistor PNP tipo AC188K

Q6 = transistor PNP tipo AC188K

Q7 = transistor NPN tipo AC187K

Q8 = transistor NPN tipo AC187K

 

I trimmer R26 3 R27 servono per regolare la corrente di riposo dell’ amplificatore che deve essere di 40mA per canale.

 

Ovviamente chi voleva potenze superiori doveva ricorrere a modelli di maggiore potenza

(e costo) dove i finali erano del tipo metallico in TO3 montato su dissipatore, anche nel caso di potenze di soli 10W proprio come nello schema raffigurati qui sotto

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R1 = 82KΩ 0,25W

R2 = 56KΩ 0,25W

R3 = 100KΩ trimmer

R4 = 12KΩ 0,25W

R5 = 3,9KΩ 0,25W

R6 = 100Ω 0,25W

R7 = 22Ω 0,5W

R8 = 470Ω trimmer

R9 = 220Ω 0,25W

R10 = 3,3KΩ 0,25W

R11 = 47Ω 0,25W

R12 = 0,22Ω 2W

R13 = 0,22Ω 2W

R14 = 1,8KΩ 0,25W

R15 = 560Ω 0,25W

R16 = 10Ω 2W

C1 = 33uF 25V elettrolitico

C2 = 47uF 25V elettrolitico

C3 = 100uF 25V elettrolitico

C4 = 47pF 50V ceramico

C5 = 47pF 50V ceramico

C6 = 1000uF 35V elettrolitico

C7 = 1000uF 35V elettrolitico

C8 = 330uF 25V elettrolitico

C9 = 100nF 50V poliestere

C10 = 47pF 50V ceramico

D1 = diodo al germanio tipo AA119 o simili

Q1 = transistor PNP tipo AC126

Q2 = transistor NPN tipo AC127

Q3 = transistor PNP tipo AC128

Q4 = transistor NPN tipo AC127

Q5 = transistor PNP tipo SFT323

Q6 = transistor PNP tipo AD143

Q7 = transistor PNP tipo AD143

 

Il trimmer R8 serve per regolare la corrente di riposo attraverso i finali (che dovrebbe essere di 50-60mA, corrispondenti a 13mV) oppure misurando una corrente di 75mA sull’ alimentazione a riposo senza alcun segnale, mentre R3 serve per avere tra il collettore di Q7 e la massa, esattamente metà tensione di alimentazione.

 

Tutto questo per ottenere 10W adesso farebbe ridere, ma a quei tempi era tanto potere disporre di una potenza simile, anche perché quella era la tecnologia e i tempi del uPC1230, dei TDA2008 e 2030 e del TDA1514 erano ben lontani e potenze superiori ai 50W erano riservate a sale da ballo mentre dai 200W in su erano solo per discoteche, che oggi non si accontentano più nemmeno di 10KW.

 

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