CNC – Contesto Storico

La guerra: tragedia o innovazione?

La macchina utensile a controllo numerico nasce nel 1947 da un piccolo costruttore Elicottero


americano di pale di elicotteri che, preso dal problema di collaudare in maniera precisa ed efficiente le proprie creazioni decide di costruire un macchinario per il collaudo, il quale, posizionandosi su punti determinati della pala possa verificare la corretta realizzazione del prodotto ed evidenziare eventuali difetti all’operatore. L’anno successivo l’USAF (United State Air Force), venuta a conoscenza di questa macchina, commissionò al giovane inventore l’applicazione di una macchina molto simile alla sua ultima creazione ma con qualche variante:
il progetto infatti consisteva in una fresa-alesatrice su tre assi che venne realizzata in 5 anni con la collaborazione dell’Istituto di Tecnologia del Massachusetts.

Ciò che determinò il successo di questa macchina (successivamente riprodotta e riproposta al pubblico in oltre 100 esemplari differenti già nel 1960) fu il momento in cui venne realizzata: la Seconda Guerra Mondiale si era appena conclusa dopo l’attacco atomico dell’America ai danni del Giappone ma il conflitto non si era ancora risolto.
Gli Stati Uniti e la Russia non si fronteggiavano più sul campo di battaglia ma era appena partita una competizione
internazionale sul piano militare, spaziale, tecnologico, ideologico, psicologico e perfino sportivo destinata a durare quasi mezzo secolo portando ad enormi passi avanti l’industria dell’epoca.

RadioLe macchine a controllo numerico consentivano la realizzazione su larga scala di prodotti sempre più complessi e precisi, facilitando la realizzazione di armi, veicoli civili e militari ma anche oggetti destinati all’uso quotidiano, grazie a queste lavorazioni infatti fu possibile la corsa allo spazio iniziata nel 1957 e la costruzione del primo chip nel 1958, piccole innovazioni che hanno modificato il mondo fino a renderlo come lo conosciamo oggi.

Buona parte della tecnologia che utilizziamo quotidianamente infatti nasce proprio tra gli anni 50 e 60 del ventesimo secolo, ad esempio le telecomunicazioni a lunga distanza (internet, radio, telefonia, ...) non sono altro che conversioni civili di tecnologie inventate o migliorate in quegli anni.

La corsa all’innovazione tecnologica venne ampiamente supportata dalla tecnica dello
spionaggio, la comunicazione maggiormente utilizzata in quegli anni era la neonata radio che continuava ad essere perfezionata al fine di rendere incomprensibili al nemico le trasmissioni segrete con cui gli stati comunicavano con i propri agenti sotto copertura.

Negli anni 50 si ampliarono a macchia d’olio una serie di stazioni di broadcasting destinate esclusivamente alleNemico
comunicazioni segrete, le cosiddette “Numbers Stations”: trasmissioni radio in onde corte, in onda nelle più diverse ore del giorno, e con durate variabili, tuttora reperibili su molte frequenze e monitorate e studiate ormai da decenni da radioamatori o semplici appassionati di tutto il mondo.

Queste trasmissioni misteriose, consistenti in voci che leggono gruppi di numeri o di lettere in alfabeto fonetico internazionale, o da segnali in codice morse o impulsi sonori, sono precedute spesso
da “avvisi” di inizio trasmissione consistenti in brevi brani musicali, sequenze di lettere o scale di note, ciclicamente ripetuti a orari prefissati. Diversi studi, condotti da esperti di telecomunicazioni, hanno concluso che queste trasmissioni erano (e sono tuttora) impiegate da numerosi servizi per trasmettere dei brevi messaggi di testo ai loro agenti sotto copertura, operanti in altre nazioni.

Le origini di questo metodo di trasmissione risalgono alla prima guerra mondiale, quando furono
impiegate da parte dell’Imperial Regia Marina Austriaca, mentre, durante la seconda guerra
mondiale, fu la BBC a essere coinvolta nell’invio di radiomessaggi in codice, tramite la lettura
alla radio di serie di frasi convenzionali ai propri agenti e alle forze della Resistenza nei paesi
occupati dalla Germania: messaggi che si riferivano al paracadutare di viveri, armi e uomini, a
spostamenti di unità, ad operazioni belliche.

SpeackerI messaggi erano circondati dal segreto militare più assoluto, venivano consegnati in redazione grazie ad una staffetta motociclistica di funzionari del Ministero della Guerra, l'annunciatore aveva giusto il tempo di dare un'occhiata al lungo foglio prima di darsi alla lettura di decine e decine di messaggi, con il senso di compiere una mansione di vitale importanza. I messaggi,da poco usciti da una telescrivente militare, spesso inviati da partigiani su una radio da campo, giungevano a destinazione scorretti e talvolta incomprensibili, con comunicazioni enigmatiche e allo stesso tempo affascinanti ("il maggiore con la barba", "la gallina ha fatto l'uovo", "la vacca non da latte")
destinate alle forze della resistenza. Il povero annunciatore doveva cercare di correggerli e renderli comprensibili in qualche maniera, con l'incubo che il suo operato potesse causare una catastrofe.

Negli anni della Guerra Fredda, questa tecnica di trasmissione fu usata da tutte le grandi potenze, con decine di Numbers Stations in onde corte usate dalla CIA statunitense, il KGB russo, il BND tedesco occidentale, l’StB cecoslovacco, l’MfS tedesco orientale, il MOSSAD israeliano... quello delle Numbers Stations resta tuttora uno dei segreti più gelosamente custoditi della Guerra Fredda.
Tutti questi governi, con un solo paio di eccezioni, hanno sempre negato ogni legame con esse.

Al giorno d’oggi, dopo un periodo di riduzione delle attività di queste stazioni in seguito alla caduta del muro di Berlino, altre trasmissioni sono seguite all’emergere dei rispettivi nuovi attori geopolitici mondiali, per la gioia di radioamatori e ricercatori che possono tornare a
riempire i loro taccuini di sequenze di numeri e lettere, ora anche in cinese, indiano, coreano...
e, con ogni probabilità, operazioni segrete e manovre di destabilizzazione saranno ancora per molto tempo guidate da aspre voci femminili, sequenze apparentemente casuali di lettere e numeri o inquietanti rumori di carillon distorti trasmessi nell’etere.

InternetSpinti dalla necessità di comunicare quantità sempre superiori di dati nasce insieme agli anni ‘70 il segretissimo “internet”, che consentiva di mettere in contatto tra loro basi militari poste a grande distanza anche nella malaugurata ipotesi di attacco nucleare o disturbi causati da “jammer” (dispositivi che emettono con grandi potenze dei disturbi al fine di rendere impossibili le comunicazioni tramite etere) costituendo una rete di comunicazioni parallela ed indipendente che non potesse essere danneggiata o intercettata dal nemico, mediante cavi interrati e messaggi codificati.

Per portare informazioni a distanze sempre maggiori si pensò di unire le tecnologie implementate nella corsa allo spazio con le necessità
militari, ecco quindi che le tecniche usate per il lancio a lungo raggio di missili e armamenti derivavate da necessità puramente belliche portarono allo sviluppo dei satelliti geostazionari. Non è certo un caso se tutti i primi satelliti messi in orbita, erano satelliti spia, per necessità
puramente militari.

Per quanto non è, ovviamente, possibile spostare in ogni momento un satellite attorno il nostro pianeta, di sicuro è evidente quanto questo possa essere utile per poter ottenere a intervalli regolari fotografie, anche estremamente dettagliate, di una porzione del pianeta.
Di conseguenza, diventò necessario nascondere agli occhi dei satelliti nemici basi, armamenti e industrie militari: nascono quindi bunker totalmente isolati, scavati nella roccia o nascosti nella vegetazione.

GPSI satelliti, pochi anni più tardi, terminata la paura dello spionaggio vennero modificati e resi funzionali anche per svariati altri utilizzi, e ad oggi sono fondamentali per moltissimi aspetti della vita quotidiana: cellulari, trasmissione di dati a lunga distanza, trasmissioni televisive,
GPS, ricezione di immagini da telescopi spaziali e così via.
Si potrebbe continuare all’infinito la lista di innovazioni, strumenti, scoperte e tecnologie che, nate per fini militari, hanno contribuito a migliorare la nostra vita.

La guerra dunque non si basa unicamente sulla forza bruta, sulla violenza, sul numero di uomini o di armi, ma sul modo in cui si combatte, nell'organizzazione che si ha, nella precisione riguardo gli obiettivi da colpire e nella capacità di equilibrare intelligenza e forza per risultare in ogni campo un passo avanti al nemico.

 

Autore: Luca Bennati
Info sull'autore: Ho iniziato fin da piccolo a smontare qualunque apparecchio che avesse almeno un filo e che mi capitasse tra le mani ispirato da mio padre, che per passione costruiva ed aggiustava dispositivi elettrici di ogni forma e dimensione, dalle tv alle radio.
Ho frequentato l'ITI E. FERMI di Mantova, presso il quale ho conseguito il titolo di Tecnico in Elettronica con il punteggio di 92/100esimi anche grazie al progetto che ho portato all esame: una fresa CNC costruita interamente in casa con l'aiuto di mio padre ed un amico artigiano.

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